domenica 30 ottobre 2011

L'ORA DELLE TENEBRE


Il vento sta cambiando, ormai ce ne eravamo accorti. L'aria è più fredda, gelida, e il caldo torpore della primavera è ormai un lontano e remoto ricordo. L'inverno è giunto, alla fine, lo sapevamo che prima o poi la primavera sarebbe finita, ma non ci siamo premuniti. Le coperte pesanti non sono state prese, la legna da ardere non è stata raccolta durante l'estate. "Non ce ne è bisogno, siamo apposto così, l'inverno non arriverà" dicevamo, ma invece l'inverno è arrivato, ed è più freddo e gelido che mai. Ci sentivamo delle grandi formiche, ma ora ci svegliamo e ci accorgiamo che non siamo altro che stupide cicale. L'inverno è arrivato, e con esso è arrivata la notte, buia, senza punti di riferimento, lunga, ed è appena cominciata. Il sole è appena andato a morire dietro la collina, e noi qui, dalla finestra, osserviamo malinconici la sua dipartita, consci del fatto che non lo rivedremo per un bel pezzo. Ora che la luce se ne è andata rimaniamo soli nella stanza, ci guardiamo negli occhi, impauriti, spaventati dal presente e terrorizzati dal futuro, pronti ad affrontare la notte, armati solo di una misera candela che fa una luce fioca fioca, che illumina per modo di dire e che riscalda i nostri cuori facendoci ricordare la bella luce che fu, ma non è che un pallido riflesso. La luce folgorante non c'è più, e il faro che illuminava i nostri cuori e accecava la cupidigia dei nostri nemici non è ormai che una piccola ed insignificante candela, che si riduce di centimetro in centimetro ogni secondo che passa, e noi li, ancora a guardarci negli occhi, senza sapere che cosa fare, cosa pensare e a sperare che la candela torni faro, ma la candela e il tempo, suo maligno e malinconico alleato, continua la sua marcia inesorabile verso l'oscurità assoluta. "Che facciamo ora ragazzi?" chiede uno, ma nessuno risponde, tanto impauriti e infreddoliti quali sono. Di fuori c'è la tempesta, i lupi ululano e il vento fa scricchiolare la nostra vecchia e gloriosa magione, maestosa un tempo, erosa e consumata dal tempo ora. "Dobbiamo uscire ed affrontare la notte ed i nostri nemici, non possiamo rimanere qui a morire lentamente, dobbiamo combattere!" risponde un'altro, ma nessuno sembra dargli credito. Allora prende la candela, apre la porta, e prima di uscire, il temerario dice "ho capito, vado da solo, non mi rassegno a morire qui", "dove vai con questo tempo, armato di una sola candela?" risponde il vecchio e raggrinzito capo, "rimaniamo qui, ed aspettiamo la fine della notte con quello che abbiamo, non abbiamo le forze per affrontare la notte. Rimani qui, dammi retta!" conclude il vecchio capo. Ma il giovane temerario è deciso più che mai "no invece! Io uscirò fuori, affronterò la notte, supererò la collina ed andrò incontro al sole, e li ricominceremo da capo. Costruiremo una nuova magione, un nuovo faro, raccoglieremo la legna e compreremo le coperte. Saremo più forti di prima, solo se avremo il coraggio di cambiare e di affrontare le tenebre come abbiamo sempre fatto!". L'abnegazione del giovane ragazzo è trascinante, ed uno ad uno, meno che il vecchio capo ed i suoi più stretti collaboratori, si alzano e lo seguono fuori dalla porta, pronti ad affrontare la notte più buia e fredda della loro vita, armati di una sola fioca candela. Riusciranno i nostri eroi a ritrovare la luce e a ricominciare da capo? Io spero di si, e voi avreste il coraggio di seguirli? Armiamoci di orgoglio e di follia e abbandoniamo tutti la vecchia e scricchiolante magione, prima che non sopraggiunga l'oscurità completa, prima che sopraggiunga la morte, che ci troverà vecchi e pieni di rimpianti. La notte è appena cominciata, prepariamoci tutti insieme ad affrontarla!




mercoledì 19 ottobre 2011

E' SEMPRE DI PIU' EUROINTER! I NEROAZZURRI SBANCANO LILLE

Un po in ritardo ma eccomi qui. Ieri è stata una bellissima serata, con l'Inter che a dispetto del campionato, conferma di essere letale in Champions. Finisce 1-0 una partita che dalle premesse doveva avere ben altro epilogo, ma lo sappiamo, l'Inter non muore mai.

 IL RACCONTO DEL MATCH (GRAZIE A FCINTERNEWS) 

 Ci voleva, davvero. L’Inter ricarica le pile allontanandosi dall’Italia e trova finalmente una vittoria, fondamentale per il prosieguo del cammino in Champions League. Al Metropole di Lille i nerazzurri, giocando con intelligenza, ottimizzano al massimo la rete di Pazzini nel primo tempo e portano a casa 3 punti da un campo che non conosceva sconfitta da 26 partite. L’avversario, di prim’ordine al di là del palmares, è abbastanza insidioso da sbilanciarsi definendo ‘impresa’ quella degli uomini di Ranieri, ora in testa al girone B.

 ENCICLOPEDIA D’ATTACCCO - La serata freddina di Lille vive un momento caldissimo al 21’, quando una giocata meravigliosa che coinvolge Sneijder, Zarate e Pazzini viene conclusa dal Pazzo con un destro al volo appena dentro l’area di rigore. Un gol che stronca un equilibrio evidente tra due formazioni che, a dispetto delle premesse, giocano a ritmi piuttosto bassi. Un vantaggio per i nerazzurri, non certo frizzanti dal punto di vista atletico, perché possono agevolmente sfidare i francesi faccia a faccia, ben posizionati e attendendoli sulla propria trequarti. Il vero neo però è l’atteggiamento forse troppo rinunciatario dell’Inter, bacchettato più volte da Ranieri che chiede insistentemente ai suoi di alzare il baricentro e non farsi schiacciare.

 MERAVIGLIA HAZARD - Anche perché il Lille ha qualche giocatore in grado di spezzare la monotonia in qualsiasi momenti, vedi Joe Cole, Pedretti e, soprattutto, quell’Eden Hazard che più di una bella promessa oggi è una garanzia. Ad appena 20 anni, anche contro una big come l’Inter, il fenomeno belga riesce a dar dimostrazione del proprio talento, con dribbling, finte e assist che mettono in movimento tutti i compagni. Non è un caso se Angelomario abbia consigliato al padre Massimo di farsi avanti. Il futuro , ma anche una buona fetta di presente, è suo.

 PERSONALITA’ - Nel complesso l’Inter gioca un primo tempo ricco di personalità, concedendo il minimo indispensabile alla veemenza della squadra di Rudi Garcia (soprattutto sulle fasce, con numerosi cross alla ricerca di Sow) e gestendo bene, anche se un po’ staticamente, il possesso di palla. Inevitabile dunque che un paio di accelerazioni di Zarate, assai pimpante, saltino all’occhio, soprattutto quella fermata nel finale per un fuorigioco inesistente, che avrà di certo indispettito il presidente seduto sulle tribune del Metropole con Branca, Paolillo, la sorella Bedy e il ‘vecchio’ amico Patrick Vieira.

 SOSTITUZIONE ‘STRANA’ - Rispetto alla serataccia di Catania nella ripresa a dimenticare la concentrazione nello spogliatoio sembra il solo Nagatomo, che prima cerca di lanciare Sow con un retropassaggio suicida (bravo Julio Cesar), poi rischia un fallo da rigore su Hazard su cui Webb, per fortuna, lascia correre. Al di là dei due episodi, però, è evidente che quella sia la fascia preferita dal Lille, che spinge con troppa facilità con Debuchy, Balmont e talvolta il trequartista belga. A sorpresa però il primo intervento di Ranieri è il cambio Obi-Zarate, che rinforza sì il centrocampo ma priva i nerazzurri di un terminale offensivo fino a quel momento assai insidioso. La replica di Garcia è Payet al posto di Pedretti, con il nuovo innesto che costringe subito Julione alla paratissima.

 FINO IN FONDO - Meno sorprendente della precedente è la sostituzione tra Stankovic e Sneijder, motivata da qualche problemino fisico dell’olandese. L’atteggiamento tattico di Ranieri non muta, a questo punto è un 4-5-1 dichiaratamente contenitivo, alla luce della sempre più costante pressione del Lille che guadagna corner su corner, ma rischia su un bel contropiede concluso da un tiro (deviato alto) di Stankovic. È però sempre il Lille a mantenere il pallino e fa quasi tenerezza Pazzini isolato là davanti a pressare e cercare le briciole che i centrali francesi concedono. Forse impietosito, Ranieri spende per lui l’ultimo cambio, dando spazio a Milito. La scelta difensivista dell’allenatore però nel finale paga tanto, perché l’unica incursione concessa ai francesi è un’invasione di campo di un tifoso, tra l’altro con la maglia del Marsiglia.

LE PAGELLE DEL CORRIERE
Julio Cesar 8 - Ieri è tornato il buon caro acchiappa sogni. Para tutto il parabile, salva tutto il salvabile, come ai bei tempi. Decisivo.

Maicon 6,5 - E' un Maicon versione "freno a mano tirato" ma va bene così. Non spinge come suo solito, ma è una grande arma in copertura su Hazard e Cole.

Lucio 7 - Eccolo i vero Lucio che tutti conosciamo! Altro che quello del campionato, si esalta nell'assalto finale dei francesi dove respinge tutto il possibile.

Chivu 7 - Benissimo il rumeno nel suo ruolo naturale, quello di centrale difensivi. I salvataggi in extremis sono il suo pane, solo che le altre volte non ne azzeccava una, ieri è stato imperioso e deciso, bene Christian!

Nagatomo 6 - Errore che nuoce gravemente alla salute: retropassaggio per Julio Cesar che per poco non favorisce Sow, ma per il resto ordinaria amministrazione per il giapponese, solo Hazard lo mette in difficoltà.

T. Motta 6,5 - Che bel rientro! Gioca per tutti e novanta i minuti e le sue geometrie a centrocampo si fanno sentire, anche se è sempre un pò lentino nei movimenti e si fa saltare con troppa facilità, ma Tiagho è cosi, prendere o lasciare.

Cambiasso 6,5 - Schierato sul centrosinistra, come faceva Leonardo, non riesce ad incidere come il suo solito, ma ci mette la solita grinta e abnegazione.

Zanetti 7 - Ormai qui si rischia di riscrivere gli standard del calcio per "colpa" di questo uomo: recuperi e  ripartenze come un ventenne. Semplicemente da leggenda!

Sneijder 7 - Il nostro faro. Si riaccende lui, si riaccende l'Inter. L'azione del gol è da antologia. Un vero e proprio fuoriclasse che cambia le partite a suo piacimento. Irrinunciabile, insostituibile.

Pazzini 7 - Segna sempre e solo lui. Non c'è nient'altro da aggiungere. Ormai è un dato di fatto, se segna lui l'Inter vince, semplicemente decisivo.

Zarate 7,5 - Che giocatore! Va a fiammate, ma quando si accende, la retroguardia francese trema. Stupendo l'assist per Pazzini. Ancora una volta decisivo in Champions.

Obi 6 - Entra in campo per far coprire l'Inter e ci riesce. Solita partita di grandissimo impegno.

Stankovic 6,5 - Con lui il centrocampo si copre di più, e si rende anche pericoloso con un tiro dal limite.

Milito s.v

Ranieri 7 - Vincere al Lille non era facile, ma la sua Inter, sempre più cinica e quadrata riesce a trovare i 3 punti. Bene il 4-3-1-2, benissimo la fase difensiva, ma si continua troppo a subire il gioco degli avversari. Forse fa uscire Zarate troppo presto, rinunciando ad attaccare.

lunedì 17 ottobre 2011

ORGOGLIO E UMILITA'





Articolo scritto da Franco Bomprezzi per FCINTERNEWS


Partiamo da qui. Partiamo da questa giornata pazzesca di campionato delle tartarughe. Avanti piano, pianissimo. Tranne Lazio, Milan, Bologna, e ovviamente Catania, sembra il gioco dell’oca, una casella alla volta. Il punto è che noi siamo indietro, i dadi non girano dalla parte giusta. Viene fuori sempre zero. Eppure ancora una volta questa sfilza di pareggi altrui significa molto. Prima di tutto che si tratta di un campionato pazzo e affascinante, imprevedibile e ancora indecifrabile. E poi che l’Inter non è ancora fuori, anche se siamo in piena zona retrocessione. Brividi lungo la schiena, scongiuri, incredulità. Ma è tutto vero. Quattro punti in sei partite. Abbiamo avuto la possibilità di dare la colpa a Gasperini (giustamente), poi agli arbitri (giustamente), ora ai giocatori (giustamente). L’unico che si salva, per insufficienza di prove, e anche perché può mettere al suo attivo due primi tempi positivi (Napoli e Catania) e una ottima partita in Russia, è Claudio Ranieri. Impassibile, onesto, per niente vittimista. Ma tenace nella sua fiducia, determinato a far girare i dadi dalla parte giusta. E obiettivamente incolpevole.
Allora proviamo a mettere in fila le ragioni della speranza. Sono molto seccato, in queste ore, per la sensazione, sgradevole, di una sorta di compassione generale, da parte degli “altri”: tifosi milanisti che non riescono neppure a sfottere, giornalisti che frenano la penna e la lingua. Non mi piace la commiserazione, non è bello che l’Inter venga compatita, che si parli di noi come di una grande decaduta, alla fine di un ciclo, destinata solo a soccombere, o perfino a soffrire per salvarsi da una impronunciabile sentenza, che non ci ha mai riguardato, e che non ci sfiorerà neppure quest’anno.

Non mi piace essere compatito. Mai nella vita. E lo dico ben sapendo il peso delle parole, da persona che vive a rotelle, e che non per questo vuole essere giudicato, o aiutato. So bene quanto pesi, nelle persone, nel carattere, nel cuore, l’umiliazione della pacca sulla spalla, del sorriso di compatimento. L’Inter non è questa roba qua. L’Inter è orgoglio, è sofferenza, è grinta, è coraggio, è qualità. Ora a queste doti storiche dobbiamo aggiungere l’umiltà. Affrontare ogni partita come se fossimo gli ultimi della classe, e non i primi. Sarebbe giusto che i nostri ragazzi scendessero in campo con una maglia nerazzurra senza i simboli dei trionfi passati e recenti. Via i lustrini, via le patacche. C’è solo l’Inter, la sua storia, il suo cuore.

E mai come adesso è indispensabile che i tifosi si stringano attorno alla squadra e alla società. Mi rendo conto che non è facile. Ma è necessario ripartire dall’umiltà che ci ha permesso di crescere e di vincere, anno dopo anno, uscendo dall’incubo dei campionati falsi. Umiltà e rabbia, determinazione e fiducia. Un po’ più di spazio a qualche giovane che se lo merita, un po’ più di turnover fra gli intoccabili, perché ora si vede che hanno paura, che non si fidano di se stessi, che si muovono per il campo cercando di ricordare le giocate magiche del passato. Un ciclo forse è finito, anzi, sicuramente è finito. Ma questo non significa che l’Inter non sia, ancora adesso, una delle migliori squadre in Europa.

Dal punto di vista tecnico io punterei su reparti corti, un centrocampo più grintoso a sostegno di una difesa in emergenza, e attaccanti pronti a raccogliere, come in passato, intuizioni e lanci, al centro come sulle corsie laterali. Pazzini e Milito non possono ragionevolmente essere scomparsi nel fango e nella pioggia di Catania. Il rientro di Sneijder può essere determinante per aprire varchi improvvisi, per illuminare anche singoli frammenti di gioco.

Dobbiamo tornare a difendere e ripartire, restando corti e compatti, attenti e feroci nell’interdizione. Per il calcolo delle probabilità prima o poi troveremo un arbitro decente. In Europa forse è più facile, in Italia meno. Ma succederà. E poi i nostri devono cominciare a porsi alcuni obiettivi precisi per questo campionato. Il primo, capace di restituire il sorriso ai tifosi, è quello di vincere gli scontri diretti nelle classiche, nei confronti diretti. Ce la possiamo fare. Con calma. Cominciando almeno da un secondo tempo degno del nostro passato anche recente. A Lille, ad esempio, tanto per confermare la cabala e dare un senso statistico alla sconfitta di Catania. E poi in casa con il Chievo. Due vittorie, adesso, subito. E poi, con calma, ragioneremo. Tutti insieme.





lunedì 10 ottobre 2011

MERCATO: CHI CI SERVE



Si lo so, parlare di mercato ad Ottobre è presto, però di nomi se ne fanno tanti e alla fine Gennaio non è poi cosi lontano. Cerchiamo di fare chiarezza e di vedere veramente chi servirebbe a questa Inter.

-Per prima cosa, bisogna sistemare il centrocampo, il reparto più logoro e vecchio della squadra. Il primo tassello sarà senza dubbio Kucka. Anche se non sta facendo impazzire in questo primo spezzone di stagione, il "panzer" rappresenta proprio quello che serve al nostro centrocampo, cioè fisicità e dinamismo. Con lui, Poli e Obi, il centrocampo neroazzurro è sistemato per un bel pezzo, visto anche la giovane età (23) del centrocampista slovacco. Insieme a lui, però, ci vuole un'altro innesto. I nomi sono tanti, ma io farei un tentativo per Guarin del Porto o al limite per Montolivo. Sopratutto il centrocampista della Fiorentina, grande geometra del centrocampo ma un pò incostante, rappresenterebbe un'affare, visto che è in scadenza nel 2012, ma c'è letteralmente la fila, con Milan e Bayern Monaco su tutti. Guarin invece costa di più (si parla di 10-15 milioni per il cartellino), ma rappresenterebbe un'elemento di sicuro investimento, sia per l'età, sia per l'esperienza internazionale, Dotato di gran tiro, forza e visione di gioco, rappresenta il prototipo perfetto del mediano moderno. E rimanendo sempre in ambito Porto, perchè non fare un pensierino per Fernando, ormai messo ai margini della rosa dei lusitani? Il polvo sarebbe perfetto per il nostro centrocampo, visto la sua grande abilità nel recuperare palloni.


-Dopo il centrocampo, l'altro reparto che urge di innesti è la difesa. Ormai Lucio e Samuel non rappresentano più una sicurezza, vista la loro età e la loro non perfetta condizione fisica. Oltre a Ranocchia, di giovani centrali non abbiamo nessuno, quindi è fondamentale intervenire il più presto possibile. Due nomi su tutti: Juan Jesus dell'Internacional Porto Alegre e Jan Vertonghen, capitano dell'Ajax. Il primo, giovane promessa brasiliana appena diciannovenne, è stato accostato all'Inter anche questa Estate, negli ultimi giorni di mercato: difensore imperioso nel colpo di testa e molto dinamico, sarebbe sicuramente una scommessa sicura per il futuro, prezzo circa 6-8 milioni di euro. Mentre Vertonghen invece rappresenterebbe la certezza. Il giovane difensore belga dietro è una garanzia: rapido nell’anticipo, esce spesso dall’area di rigore con il pallone tra i piedi e fa ripartire l’azione. Ma incide anche davanti alla difesa: ordinato, diligente, preciso negli appoggi, devastante in progressione. I contrasti sono la sua specialità, se ne aggiudica tanti grazie a un fisico potente: è alto un metro e 89 per un peso-forma di 79 chili. Vertonghen ha una lunga falcata, prende il tempo agli avversari, da mediano non si limita a fare filtro: ha personalità, spezza l’azione e riparte con una furia impressionante. E’ intraprendente, ha spirito di iniziativa, con le sue accelerazioni sposta gli equilibri. Insomma, un giocatore da non farsi scappare, ma il prezzo è molto alto, circa 20 milioni, più probabile che l'affare si faccia a Giugno. Se dovesse partire Maicon poi, destinazione Azhni o City, il sostituto potrebbe essere Isla dell'Udinese. Grande spinta e tecnica, ma il costo è elevato, 20 milioni e non potrebbe essere utilizzato in Champions. Potrebbe arrivare a prescindere da Maicon comunque, come esterno di centrocampo.

-Poi viene l'attacco. Se all'inizio sembrava il reparto più coperto e a posto, con la partenza di Eto'o l'Inter è orfana del giocatore di fare la differenza li davanti. Pazzini è l'unica garanzia, ma i suoi mezzi tecnici non sono eccelsi, Forlan, seppur metta l'anima in ogni partita, non segna, Milito ormai è andato e Zarate è troppo incostante. Quindi, il nome sulla bocca di tutti è uno solo: Carlos Tevez: In rotta col Manchester City, ormai il suo prezzo è diventato bassissimo (si parla addirittura di un'offerta di soli 10 milioni di sterline "cash" per portarlo a casa). Rappresenta la classica occasione della vita, visto il valore assoluto del giocatore, ma il suo ingaggio rimane altissimo (seppur si dice che sia disposto ad abbassarselo) e il suo carattere "caliente" non è una garanzia di tranquillità per lo spogliatoio, ma un giocatore come lui, ora, serve come il pane all'Inter. Gli altri nomi per l'attacco sono Ilicic, che rappresenterebbe un degno sostituto di Sneijder qualora si infortunasse, ma potrebbe anche essere l'sterno tanto chiesto da Ranieri: Prezzo 15 milioni. Gli altri nomi sono legati a doppio filo al destino di Sneijder: difficile che si ceda a Gennaio, ma nel calcio si sa non si sa mai. I nomi dei suoi sostituti sono due: Mario Gotze del Borussia Dortumund e Lucas Moura del San Paolo. Il primo costa tantissimo, 45 milioni, e sembra non avere alcuna intenzione di lasciare il suo club prima del 2013, l'altro costa meno, 20 milioni, e potrebbe arrivare anche a prescindere da Sneijder. A mio avviso, Lucas è il più grande talento verdeoro degli utimi 20 anni, più dei vari Neymar e Ganso. Con il suo acquisto l'Inter si trova un talento che metterebbe a posto l'attacco per i prossi 5-6 anni mettendo in rosa un futuro fuoriclasse, ma difficile che l'affare vada in porto a Gennaio, ma se ci dovesse essere qualche cessione...


L'unico nome che se si sente che veramente non serve all'Inter è Amauri: a parte che è una prima punta, e l'Inter ne è piena, l'oriundo attaccante ha un ingaggio altissimo (4 milioni) e la sua età non è certo più rosea (31 anni) e il suo stato di forma è claudicante, visto che non gioca a pieno regime da tanto tempo. Un nome veramente che fa rabbrividire solo al sentirlo nominare.

Il mercato è ancora lontano, ma alla fine non così tanto. Di una cosa è sicura: quest'Inter è sull'orlo del collasso, e necessita da subito di innesti intelligenti, che sappiano essere il presente  ma sopratutto il futuro di questa ormai vecchia squadra.



mercoledì 5 ottobre 2011

DA DOVE RICOMINCIARE



4 punti in 5 gare, nessun gol fatto in casa e 11 gol subiti. Questo il magro bottino del primo spezzone di stagione, che tra errori arbitrali, moduli incompresi, giocatori non in forma, infortunati, mercato sbagliato e tante altre cose ci stanno facendo vivere uno degli inizi di stagione più neri degli ultimi anni. Ma non è tutto da buttare via. Sopratutto con Ranieri, si è rivista un'Inter organizzata e grintosa, che ha mostrato di essere ancora una formazione top. Ora c'è la sosta nazionali, e qui Ranieri potrà recuperare tutti gli infortunati e lavorare finalmente con l'organico quasi al completo, sempre infortuni nazionali permettendo... Vediamo da dove ricominciare e da dove non ricominciare.

DA DOVE RICOMINCIARE
-La fase difensiva: Seppur con il tracollo più che giustificato di Sabato sera, con la cura Ranieri ha riacquistato nuova linfa. Ora la squadra è più attenta, più precisa negli interventi e garantisce maggiore solidità, anche se a volte, data la mancanza di forma da parte di quasi tutta la squadra, la difesa ha un pò traballato.

-Cambiasso: Con Ranieri sembra rinato, e il suo apporto alla squadra è vitale, senza di lui il centrocampo non gira e il suo filtro fa da diga fra difesa e centrocampo. Insomma, irrinunciabile, insostituibile.

-Pazzini: Da quando non c'è più Eto'o, il popolo interista vede in lui il bomber della squadra, e a ragione. Attualmente, è l'unico attaccante titolarissimo, l'unica garanzia di gol.

-Lucio: Ora è lui il nostro baluardo, il nostro muro, l'unica vera sicurezza in difesa, senza se e senza ma.

-Sneijder: Quanto ci è mancato in queste ultime partite lo sappiamo noi e i nostri avversari. Tornerà (speriamo) subito col Catania, caricato a molla.

-Stankovich, Tiagho Motta, Poli: Insomma, gli infortunati recuperati, che daranno fiato ad un reparto in apnea. Stankovic e Motta le sicurezze, Poli la scommessa.

-Obi: E' in fase di crescita esponenziale, e rappresenta il futuro della mediana dell'Inter, ed in parte anche il presente.

-Zarate: Forlan non va, Milito peggio che andar di notte, Castaignos non pervenuto. Insomma, l'unico attaccante che ha mostrato qualcosa e che merita di essere titolare insieme al Pazzo è proprio Maurito.

-Nagatomo e Maicon: Gli unici ed inimitabili (sopratutto Maicon) padroni delle fascie. Sopratutto il brasiliano sembra essere quello dei bei tempi.

- Il 4-3-1-2: L'unico vero modulo che faccia per l'Inter, e che con Ranieri ha trovato un nuovo equilibrio tattico. E con il rientro di Sneijder è ancora meglio.


DA CHI NON RICOMINCIARE
-Alvarez: Trequartista no, ala no, regista di centrocampo no. Insomma, le abbiamo provate tutte, ma è il giocatore che non va, INUTILE.

-Forlan e Milito: I due veterani non "veterano". Non segnano, non fanno segnare, e sopratutto Forlan sta deludendo su tutta la linea. Di Milito ormai abbiamo perso le traccie dal 22 Maggio 2010...

-Samuel: Dispiace dirlo, ma the wall deve recuperare i suoi calcinacci. Ora come ora Ranocchia tutta la vita.

-Chivu e Jonathan: Le brutte copie (brutissima nel caso di Jonathan) di quelli di sopra. Due ruote di scorta, anzi di scarto, sopratutto Jonathan.

-I gol mangiati: Bisogna ritrovare la freddezza sotto porta. Inaccettabile il digiuno di gol in casa.

Insomma, questa sosta capita a fagiolo. Sperando che l'Inter, caricata anche dal "rumore dei nemici", sappia, finalmente, dimostrare il suo valore

domenica 2 ottobre 2011

IL TALENTO DI MISTER REPLAY



Il lupo perde il pelo ma non il vizio, questa è cosa nota. Ma è anche vero che perseverare è diabolico. Ieri, a noi poveri tifosi interisti, che ormai hanno fatto il callo a queste cose (ma mai abituarsi alle ingiustizie), è stata data una nuova lampante, drammatica, e anche comica in un certo senso, dimostrazione di quanto queste due semplici equazioni di saggezza popolare siano veritiere al 100%.
Il nostro lupo in questione ha nome e cognome: Gianluca Rocchi. Il buon Rocchi è sempre stato un lupo coi contro fiocchi, tant'è che non è nuovo di queste performance. Era la Domenica del 24 Gennaio 2010. In quella sera c'è un derby, un derby che sa di scudetto (si parlava anche ieri sera di sfida scudetto o sbaglio?), scudetto che poi arrivò ai neroazzurri insieme alla Champions e alla coppa italia in un 2010 indimenticabile. Pronti, via si parte. L'arbitro è ovviamente il nostro caro amico Rocchi. L'Inter parte fortissimo, tant'è che al 12' Milito segna subito il gol dell' uno a zero, dopo che l'Inter aveva colpito il palo con Sneijder e creato un altro paio di occasioni incredibili. Ma al 26' accade quello che tutti ricordiamo: Lucio viene steso palesamente, ma l'arbitro lo ammonisce per simulazione, l'assurdo. Sneijder applaude ironicamente l'arbitro, e per questo viene espulso. Ma l'Inter di quell'anno è più forte anche degli arbitri, e vince quel derby 2-0 in 9 uomini. Ma i numeri parlano chiaro, sono state ben 8 negli anni, le espulsioni a sfavore dell'Inter del signor Rocchi in 17 partite, insomma un vizzietto ricorrente, che lascia basiti e che conferma i sospetti in casa Inter: siamo antipatici a tutta Italia, e lo scudetto del 2006 è un fardello troppo pesante da portare, e che ci stanno facendo pagare a caro prezzo. La partita di ieri è stata solo la punta dell'iceberg, ma dietro c'è una montagna di episodi, che ci stanno condizionando questo inizio stagione, contornato anche dalla sciagurata gestione Gasperini. Come non ricordare la performance di Rizzoli al derby di Pechino: espulsione negata a Gattuso per doppio giallo e gol del 2-0 di Ibra nato da un fallo palese su Stankovic. Poi è la volta di Palermo, con Brighi che non vede un solare fallo di mano di Migliaccio in area, ma niente rigore ed espulsione. E come non parlare poi della squalifica di 3 giornate a Ranocchia, senza contare i gialli e i rossi a fiumi. E siamo ancora all'inizio. Insomma, il rumore dei nemici, la prostituzione intellettuale, si stanno facendo sempre più vivi e nitidi che mai. L'Inter da troppo fastidio, a tutti, perché siamo l'unica squadra ad aver vinto tutto e ad averlo fatto onestamente, ma ovviamente, in un mondo di lupi (e di lupi travestiti da Agnelli) è la pecora a dare fastidio.