domenica 30 ottobre 2011

L'ORA DELLE TENEBRE


Il vento sta cambiando, ormai ce ne eravamo accorti. L'aria è più fredda, gelida, e il caldo torpore della primavera è ormai un lontano e remoto ricordo. L'inverno è giunto, alla fine, lo sapevamo che prima o poi la primavera sarebbe finita, ma non ci siamo premuniti. Le coperte pesanti non sono state prese, la legna da ardere non è stata raccolta durante l'estate. "Non ce ne è bisogno, siamo apposto così, l'inverno non arriverà" dicevamo, ma invece l'inverno è arrivato, ed è più freddo e gelido che mai. Ci sentivamo delle grandi formiche, ma ora ci svegliamo e ci accorgiamo che non siamo altro che stupide cicale. L'inverno è arrivato, e con esso è arrivata la notte, buia, senza punti di riferimento, lunga, ed è appena cominciata. Il sole è appena andato a morire dietro la collina, e noi qui, dalla finestra, osserviamo malinconici la sua dipartita, consci del fatto che non lo rivedremo per un bel pezzo. Ora che la luce se ne è andata rimaniamo soli nella stanza, ci guardiamo negli occhi, impauriti, spaventati dal presente e terrorizzati dal futuro, pronti ad affrontare la notte, armati solo di una misera candela che fa una luce fioca fioca, che illumina per modo di dire e che riscalda i nostri cuori facendoci ricordare la bella luce che fu, ma non è che un pallido riflesso. La luce folgorante non c'è più, e il faro che illuminava i nostri cuori e accecava la cupidigia dei nostri nemici non è ormai che una piccola ed insignificante candela, che si riduce di centimetro in centimetro ogni secondo che passa, e noi li, ancora a guardarci negli occhi, senza sapere che cosa fare, cosa pensare e a sperare che la candela torni faro, ma la candela e il tempo, suo maligno e malinconico alleato, continua la sua marcia inesorabile verso l'oscurità assoluta. "Che facciamo ora ragazzi?" chiede uno, ma nessuno risponde, tanto impauriti e infreddoliti quali sono. Di fuori c'è la tempesta, i lupi ululano e il vento fa scricchiolare la nostra vecchia e gloriosa magione, maestosa un tempo, erosa e consumata dal tempo ora. "Dobbiamo uscire ed affrontare la notte ed i nostri nemici, non possiamo rimanere qui a morire lentamente, dobbiamo combattere!" risponde un'altro, ma nessuno sembra dargli credito. Allora prende la candela, apre la porta, e prima di uscire, il temerario dice "ho capito, vado da solo, non mi rassegno a morire qui", "dove vai con questo tempo, armato di una sola candela?" risponde il vecchio e raggrinzito capo, "rimaniamo qui, ed aspettiamo la fine della notte con quello che abbiamo, non abbiamo le forze per affrontare la notte. Rimani qui, dammi retta!" conclude il vecchio capo. Ma il giovane temerario è deciso più che mai "no invece! Io uscirò fuori, affronterò la notte, supererò la collina ed andrò incontro al sole, e li ricominceremo da capo. Costruiremo una nuova magione, un nuovo faro, raccoglieremo la legna e compreremo le coperte. Saremo più forti di prima, solo se avremo il coraggio di cambiare e di affrontare le tenebre come abbiamo sempre fatto!". L'abnegazione del giovane ragazzo è trascinante, ed uno ad uno, meno che il vecchio capo ed i suoi più stretti collaboratori, si alzano e lo seguono fuori dalla porta, pronti ad affrontare la notte più buia e fredda della loro vita, armati di una sola fioca candela. Riusciranno i nostri eroi a ritrovare la luce e a ricominciare da capo? Io spero di si, e voi avreste il coraggio di seguirli? Armiamoci di orgoglio e di follia e abbandoniamo tutti la vecchia e scricchiolante magione, prima che non sopraggiunga l'oscurità completa, prima che sopraggiunga la morte, che ci troverà vecchi e pieni di rimpianti. La notte è appena cominciata, prepariamoci tutti insieme ad affrontarla!





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